Divagazioni sull'amore

- SUL CAPIRE L'AMORE -
Se sei deluso/a dall'amore, non sai che l'amore non può essere quantificato? È una meta oltre i limiti dell'infinito, un orizzonte che si ripete costantemente, oltre questo cielo, una chiara illusione, nella propria mente che alterna visioni di perfezione a visioni di mera, superficiale, insufficiente assuefazione alla realtà che si muove e trasforma in base al desiderio di chi opera cambiamenti. Non esiste l'amore come semplice relazione, insieme alle dinamiche della società odierna, esiste il destino condivisibile tra un uomo e un donna, tra esseri umani, e può essere inteso male. Il destino è dove muovi il passo, l'amore è un frammento unico e speciale d'infinito, nelle tasche bucate d'un poeta, da cui pesca parole, e trova sempre un pensiero che porta all'amore, che può essere vissuto soltanto con la complicità della natura stessa... L'amore è in natura ciò che genera la vita, ma genera persino ogni desiderio che porta ad uscire dall'illusione e la delusione è stata di certo esposta al realizzarsi dell'amore, quando esso non era altro che un desiderio. Capire l'amore? Non è possibile, è deludente, trovare l'amore in una poesia e vederlo smarrito in un flebile ricordo d'incoscienza, lo rende inspiegabile, puoi solo provarlo...

- SUL VOLER AFFERMARE L'AMORE - Chi vuole dire "ti amo" metta a freno la lingua... perché la legge la fa rispettare chi odia l'ingiustizia, sembra un'assurdità, ma "amare" una sola persona è il peggiore crimine che si possa perpetrare su questo mondo, chi vuole dire "ti amo" io credo abbia molto frainteso cosa significa il rispetto per ogni individuo di questo pianeta... chi vuole dire "ti amo" deve prima di tutto "amare", ed io voglio dire "ti amo" ad una persona, una donna... Io purtroppo non so "amare" e non esistono insegnanti abbastanza validi a questo mondo che possano farmi apprendere l'arte. L'amore non si insegna, dunque esiste soltanto il crimine e se il crimine non paga, come si spiega tanta bellezza in un solo sguardo? Vedere il mio riflesso nei suoi occhi è stato il più grande crimine mai pronunciato, perché dopo ci fu un silente "ti amo" racchiuso in un bacio...

- SULL'INFINITO -
(Non chiedetemi cosa centra con l'amore) Della realtà dell'infinito si può fare un solo esempio, a mio parere: immagina di metterti di fronte ad un paesaggio, osservi bene l'orizzonte e vedi che non puoi osservare oltre di esso, ti chiedi, forse: cosa c'è oltre l'orizzonte? Comprendente tutto ciò che ostacola la vista senza farti guardare oltre di esso, finché non ti muovi non lo saprai mai. L'orizzonte rimarrà tale fino a quando non ti muoverai, non mi riferisco però a cosa incontrerai mentre tenti invano di raggiungere l'orizzonte, perché dopo, mentre provi a raggiungerlo, ti renderai conto che c'è sempre un orizzonte, se non ti dai una meta, un obiettivo ed anche facendolo il discorso è lo stesso e verrà l'afflizione. Se ti muoverai, dell'orizzonte cambieranno i contorni, ma se non ti interessa ciò che occupa lo spazio di quell'orizzonte, tu proverai a immaginarti oltre quell'orizzonte, se non c'è qualcosa con cui ritenerlo tale? Affrontando il viaggio si trova le felicità un passo per volta, ma non porta all'infinito a mio parere. Dopo questo ragionamento penso, cos'è un orizzonte indefinito? Poiché, quello definito, è dato da ciò che occupa lo spazio fino a quel punto, se potessimo togliere quello che lo occupa non potremmo distinguere affatto dove finisce il nostro sguardo, dunque la realtà dove trova luogo? Nel finito, perché è palese che noi cosa c'è, non cosa non c'è, lo vediamo, come le piccole cose della vita che danno senso alle grandi, da un solo orizzonte si può dedurre l'infinito, no! Mi voglio contraddire. L'infinito è un luogo senza confini, dove la realtà dell'infinito è la stessa a cui tu hai posto il tuo sguardo quando non stavi in viaggio, ma avevi talmente tanto tempo da sprecare a viaggiare che hai dimenticato quanto poteva essere più importante definire il luogo in cui s'è concepito.

- NON C'È NIENTE DA FARE -
Non c'è niente da fare, il mio destino è amare chi non c'è e non ci sarà. Ho solo perso il mio tempo, vuoto e asciutto, sta diventando il mio sentire, non saprò più scrivere ciò che provo. Passerà altro tempo in cui piangerò, passerà altro tempo in cui rimpiangerò, senza capire perché anche l'amore finisce. Forse non ho mai amato, forse la mia mente mi ha tratto in inganno con le sue lusinghe ed io non voglio essere sbagliato fino al punto di dimenticare... Dimenticare il perché sto al mondo, a chi dovrei essere grato, non a me stesso, ma passa il tempo, ed io rimango più solo, passa il tempo e non c'è niente da fare...

- NON HA ALCUN SENSO - Io amo, tu ami, egli ama, noi amiamo, voi amate essi amano... Quanti siamo ad amare in realtà non si può coniugare... Senza cadere nella trappola dell'assenza... Chi manca mancherà e chi resta forse amerà, gli altri ameranno altrove? Non ha alcun senso ciò che sto scrivendo adesso... Perché è una domanda mal riposta... Che anela ad una sola risposta, che tutti amano indifferentemente dal credo dalla razza, dall'orientamento sessuale... ecc... Però da dove viene l'odio, assenza d'amore? No, è l'istinto che prende il sopravvento, quando succede fa scomparire il giusto senso, l'amore diventa un appiglio, una scusante e tutto il resto evapora nell'istante in cui il male si palesa per colpire col suo amore bastardo, dunque rimarremo sempre nell'attesa di sapere in quanti amano davvero, perché tutto l'amore contiene senza distinzione sia il bene che il male...

- SUL GIUDICARE -
Per quanto si voglia giudicare, per avere libertà il prezzo da pagare sarà sempre e comunque seguito dalla libertà di giudizio. Fintanto che saremo vivi saremo giudicati... Io sono diventato matto tentando di capire il perché dell'amore che viene tradito costantemente, giudicando o no vorrei amare, ma non posso, allora perché conservare questa libertà di giudizio? La verità è che senza si è davvero liberi, ma è una libertà troppo scomoda, troppo lasciva, essere liberi significa ottenere ciò che ci rende abbastanza forti da non farci morire... Adattarsi a ciò che crediamo ingiusto pur sapendo che è giustizia, ma la giustizia varia in base al consiglio della maggioranza che determina sempre ogni conseguenza che essa porta. La giustizia è un'altro movente e il crimine paga la sua insulsa autorità con la negazione della libertà che tanto distrugge le nostre speranze. Chi ha ragione? Sul giudicare direi che tutti hanno di che biasimare a chi segue la legge e a chi non segue neanche la propria libertà...

- SU CONSIGLIO DELLA REMINISCENZA -
(Ricordiamo sempre fuori dagli schemi) Che dire della reminiscenza ceduta agli spazi angusti del triste ritrovo della coscienza? Mentre la conoscenza intorpidisce il senso della realtà, tutto rimane immobile fra i ricordi mentre mobile è la vita; su consiglio della reminiscenza... Io mi sto perdendo cercando me stesso, più mi ritrovo, più ho conoscenza del mio tempo che fu, mentre tutto il resto dalla memoria e fuori da essa, mi fa ricordare sempre che oltre me stesso non posso ricordare quel che sono stato senza diventare ciò che non vorrei, assenza, l'unica soluzione è non cercare di ritrovare se stessi... Essere o consistere? Uno specchio afferma qual'è la mia forma mentre finge di somigliarmi, ma io non sono quel riflesso... Essere come il Tempo, che sorride ad infinite storie, che sempre si ripeteranno e finiranno, è l'odissea dell'inutilità, è il caso che festeggia il suo trionfo. Consistere solo in ciò che per natura siamo, è sempre meno possibile, è sempre stato troppo comodo! Dunque non c'è un me stesso, non resta che il pensiero, di chi deluso trasforma la sua delusione in insegnamento, sempre e solo se è su consiglio della reminiscenza...

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