Post

Visualizzazione dei post da aprile 21, 2020

Voglio

Voglio scrivere questa poesia, per la rabbia del tempo che via via corre e per la rappresaglia delle stagioni ai loro cambiamenti voglio anteporre il senso delle religioni e poi urlare forte e ancor più forte dimenticando me stesso e il mio nome, dimenticando ogni come... Urlare più forte, più forte del pianto quando grida la sua verità e destare l’incanto, d’ogni autorità fermare il moto degli eventi vedendo scomparire il bene e il male con ciò che vale, dalle ragioni agli intenti... Perché voglio edificare il paradiso sulle macerie di questo inferno condiviso. Voglio scrivere una storia costruita o fatta, d’ogni altrui memoria e l’amore che provo constatarlo poi e di tanto in tanto nel coraggio destato da ogni sogno infranto ma da uomo solo, me stesso più non trovo e così il Mondo girerà, nello spazio e in libertà, sempre e d’ogni perduto amore nel infinito strazio, d’un dolore che l’amore, oramai, m’impedisce quanto mai o più che mai – finisce – d’esprimere oltre questa riga qua…

Non è un sonetto

Questo non è un sonetto poetico è un farfugliamento senza un senso non ha ritmo ed è pure patetico e non serve ad aver alcun consenso forse fraintendo un che di ermetico fintanto che scrivo non credo o penso non ci vedo nulla che sia d’etico nel volerne un qualche giusto compenso scrivo solo per sentirmi un po’ vivo ma forse sarà una morte lieve questo dire che in me a volte coltivo e dire che qui sembra molto breve in questo misero spazio allusivo qui tutto resta e prende ciò che deve.