Lavori in corso
I. Se perdendo cotanto del tuo senno, non trovi strada che non porti ad esso e cerchi, la vita che resta, al cenno, dimenticando te stesso e indefesso... II. Di chi coglie dal viso la paura, e fabbrica un sorriso che è di ferro, sulla loro sorte, più cruda, pura, edifica e costruisci ben a sterro... III. Reca a loro il luogo dell’isteria, lasciali al cordoglio della lor vita, spingi oltre, dove giace, la follia, e misura il lor passo dove invita… IV. Sentirai gemere stolte ragioni, rivedrai nel tempo che li sgomenta, nel passare di, inutili, Stagioni, l’insana gioia che poi li tormenta… V. Al tratto della vita che il Mito pone come senso d’un patto innominato, da un Essere che, da noi, poi ripone, ma non dona altro che ciò che è stato, VI. quel dimenarsi che l’orgoglio alterna di sovente in mente e qui morale: della Natura, che in vero, qui governa, e lascia al bene un raffinato male… VII. Produci poi la speme del dissenso, e troverai prigioni molto in voga, costruendo, senza tre