Voglio

Voglio scrivere questa poesia,
per la rabbia del tempo che via via corre
e per la rappresaglia delle stagioni
ai loro cambiamenti voglio anteporre
il senso delle religioni
e poi urlare forte e ancor più forte
dimenticando me stesso e il mio nome,
dimenticando ogni come...
Urlare più forte, più forte del pianto
quando grida la sua verità
e destare l’incanto, d’ogni autorità
fermare il moto degli eventi
vedendo scomparire il bene e il male
con ciò che vale, dalle ragioni agli intenti...
Perché voglio edificare il paradiso
sulle macerie di questo inferno condiviso.
Voglio scrivere una storia
costruita o fatta, d’ogni altrui memoria
e l’amore che provo
constatarlo poi e di tanto in tanto
nel coraggio destato da ogni sogno infranto
ma da uomo solo, me stesso più non trovo
e così il Mondo girerà, nello spazio
e in libertà, sempre e d’ogni perduto amore
nel infinito strazio, d’un dolore
che l’amore, oramai, m’impedisce
quanto mai o più che mai – finisce –
d’esprimere oltre questa riga qua…

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